In questa guida spieghiamo come costruire un tavolo da ping pong fai da te.
Se volete un tavolo da ping-pong (o tennis da tavolo, come si chiama ufficialmente) in grado di farvi ben figurare in un torneo internazionale, rinunciate a costruirvelo in casa. Se invece volete qualcosa di valido per un pomeriggio con i vostri figli, o anche con i vostri amici, la nostra ricetta è più che adeguata. Anzitutto le misure. A differenza di quasi tutti gli altri giochi trattati in questo libro, non c’è grande elasticità di dimensioni, a meno che si voglia proprio uscire dal seminato e si rinunci alle misure codificate per questo sport. Sarebbe ideale, per chi non ha problemi di spazio, disporre di un tavolo tutto d’un pezzo (misure 274 x 152 cm). Più pratico, per smontarlo, se è fatto di due pezzi, che al momento dell’uso si congiungeranno al centro, dove c’è la rete e dove la pallina non ha da rimbalzare (mai quattro parti, perché potrebbero esserci squilibri da ognuna delle parti).
La nostra figura mostra chiaramente quale possa essere la struttura. Due tavole di truciolare leggero, misura 152 x 137 cm, che al momento del gioco saranno unite al centro con quattro ganci e anelli fissati nella parte inferiore, in un apposito ricettacolo ottenuto con un cesello da legno. Il motivo di questo accorgimento sta nel fatto che la parte inferiore non deve mostrare asperità, in quanto dovrà poggiare con esattezza su due grandi scatoloni, e se ci fossero protuberanze sarebbe ben difficile avere un tavolo in posizione perfettamente piana. Prese le due tavole, incollare sotto di esse alcuni longheroni come illustrato nel dettaglio A. Sono tavolette di legno truciolare spesso 2 cm. Fissarne una lunga 152 cm (la larghezza del tavolo) a 75 cm esatti da quello che sarà il centro del tavolo. Altre due, intervallate, saranno collocate a partire da questa « sbarra », alta circa 20 cm, fino ai bordi di fondo campo, cioè per una lunghezza di 60 cm. Servono unicamente a rafforzare la superficie piana. Un’altra simile sbarra, lunga 75 cm, sarà collocata dal centro della sbarra trasversale fino al termine della tavola (che corrisponderà, a montaggio ultimato, al centro del tavolo). Una volta fissati i longheroni con la colla, è opportuno fissarli anche con viti. Forare con il trapano, come indica il dettaglio H, inserire le viti in modo che affondino bene nel legno, stuccare come nel dettaglio I e infine lisciare con carta abrasiva come nel dettaglio L. Verniciare quindi l’intera parte superiore della tavola con vernice verde scuro opaca. Quando la vernice è asciugata, applicare lungo l’asse centrale del tavolo e lungo i bordi una serie di mascherine di nastro adesivo, come nel dettaglio B, e verniciare di bianco le linee del tavolo. Ripetere l’operazione per l’altra metà.
Per preparare i due « scatoloni » su cui il tavolo poggerà, tenere conto che ciascuno dovrà essere lungo 150 cm, alto 68 e profondo almeno 60. Saranno poi inseriti nei due spazi centrali sotto la superficie del tavolo. Su una base di truciolare spesso 1 cm
e di 150 x 60 cm, fissare ai quattro lati, con colla, viti e graffe, due tavole di 150 x 66 cm, e due di 66 x 58 cm. Infine mettere il « coperchio », che ha le stesse dimensioni della base. Assicurarsi che sia ben solido. Se lo si preferisce smontabile, può essere costruito con una serie di ganci. Verniciare, per conferire ai due scatoloni una buona protezione (ricordare che, in molti casi, il tavolo sarà lasciato all’aperto).
Racchette
Si tratta ora di approntare le racchette. Con un foglio di compensato spesso 4 mm ritagliare una racchetta riportando sul legno lo schema del dettaglio D. Spalmare il manico, come in E, di un buon adesivo su cui saranno applicati spessori piatti da una parte e curvi dall’altra, tanto da formare l’impugnatura. Avvolgere quindi l’impugnatura con nastro adesivo del tipo usato per i manubri di bicicletta o di quello forato usato per le racchette da tennis. Al limite, si può anche usare una fune un po’ spessa,
o qualsiasi altra forma di rivestimento in grado di consentire una buona presa. Volendo, la racchetta può già essere utilizzata cosi. Qualsiasi modesto giocatore, tuttavia, può dirvi che c’è di meglio. E allora, per avere la racchetta dei campioni, rivestitela. Di sughero, con due strati tagliati della stessa misura e incollati, se preferite un tocco più secco, di gommapiuma se volete il tocco morbido e silenzioso dei maestri …cinesi. In ogni caso avrete una racchetta leggera, robustissima, che potrà farvi disputare una serie di favolosi tornei familiari. Per le palline, l’arte del bricoleur non può sopperire che ai piccoli incidenti. Pallina bucata o calpestata è praticamente irriparabile. Ma una piccola « bozza », come mostra il dettaglio G, può essere « sistemata » avvicinando la parte colpita alla fiamma. Non troppo però: potrebbe infatti gonfiare troppo.