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In questa guida spieghiamo quale attrezzatura e quali materiali servono per iniziare a lavorare la pasta polimerica.
Paste Polimeriche
Fimo, Cernit, Sculpey. Quante volte avrete sentito questi nomi?
Appartengono tutti alla stessa categoria ovvero le paste polimeriche termoindurenti.
Alcuni di voi si chiederanno: “Ma cosa sono?”.
Sono paste sintetiche a base di pigmenti colorati, PVC ed olii speciali, che conferiscono plasticità a questo tipo di materiale. Proprio grazie a quest’insieme di elementi sono dette polimere, dal termine greco che significa appunto “che ha molte parti”.
Le paste polimeriche sono un materiale unico e speciale reso tale da alcune loro caratteristiche; ad esempio non seccano all’aria, hanno una conservazione a lunghissima durata e resistono all’acqua. Inoltre sono atossiche e inodore. Esse si presentano in panetti di vario peso ed in diversi colori, a questo proposito, introduciamo due tra i principali produttori di paste polimeriche più conosciuti.
Il primo e più rinomato è Staedtler che produce la pasta FIMO, dal originale “Fifi Mosaic” che prendeva il nome dell’artista di bambole, nonché inventrice di questo composto, “Fifi” Kruse Behbinder. Per la sua storia e il suo primato questa è ancora oggi la pasta più popolare tra le creative. Si presenta nella versione Classic, Soft, Effect e Liquid. A mio parere è la migliore, in particolar modo la versione Soft poiché è molto più facile da lavorare ed è indicata a chi si avvicina per la prima volta alla lavorazione di questo materiale.
L’altro marchio è il Cernit che presenta più difficoltà nella lavorazione ma non per questo risulta meno valido. Infatti è molto adeguato per la tecnica millefiori (o delle murrine) della quale avremo opportunità di parlarne più approfonditamente in altri articoli. Come il FIMO, anche il Cernit si suddivide in gruppi: Number One, Doll Collection, Glamour, Marmo, Neon e Nature’s Colors.
Queste marche sono quelle più popolari nel mondo delle paste polimeriche, soprattutto per quanto riguarda il mercato italiano. Tuttavia, in commercio, e ancor di più navigando su internet, potrete trovare altre marche altrettanto valide a seconda degli utilizzi.
Le paste polimeriche si presentano come un materiale molto versatile e una delle principali particolarità di questa versatilità è data dalla possibilità di mescolare i colori tra loro. Le paste sono solitamente, a seconda del marchio, disponibili in un’ampia gamma di colori, ma si possono amalgamare tra di loro ulteriormente per ottenere nuove tonalità. In questo caso, ad esempio, Staedtler offre la blending chart, ovvero una tabella guida che aiuta ad ottenere nuove gradazioni in modo semplice e chiaro.
Oltre al colore è possibile giocare anche sulle texture e sulle sfumature creando risultati finali di grande effetto; queste paste infatti assorbono molto bene la polvere di gesso (o simili) e sono molto facili da texturizzare. Attenzione, trattandosi di un materiale termoindurente qualunque modifica alla forma va fatta prima della cottura.
Una volta ottenuto il soggetto così come lo vogliamo, la pasta polimerica va infornata.
Importante anche se le paste polimeriche vengono considerate non tossiche è consigliabile utilizzare un fornetto dedicato, ad esempio uno scalda brioches, e diverso da quello impiegato per la cottura degli alimentari.
Sulla confezione del panetto troverete le istruzioni per la cottura. Solitamente le paste polimeriche cuociono a una temperatura di 110° mentre i tempi di cottura variano a seconda della dimensione dell’oggetto. Ad esempio, per un piccolo oggetto il tempo di cottura è intorno ai 30 minuti. Quello che vi consiglio è di provare a modellare un soggetto piccolo, come ad esempio una fragolina o una ciambella, e di cuocere in forno con l’orologio alla mano. Togliete l’oggetto dal forno e fate raffreddare. Se una volta raffreddato non risulta della consistenza giusta infornate di nuovo per alcuni minuti. Per consistenza giusta intendo dire bello solido e compatto. La prova del nove? Quando l’oggetto è completamente freddo schiacciatene delicatamente una parte con l’unghia; se rimane il segno allora significa che va cotto ancora per qualche minuto. Risulta essere comunque importante tenere d’occhio le creazioni in forno facendo attenzione ai gradi di cottura senza farle cuocere per più del dovuto; le paste polimeriche, pur essendo atossiche, rilasciano vapori dannosi se vengono bruciate.
A cottura finita gli oggetti vanno lasciati raffreddare completamente per poter poi essere usati per fare collane, bracciali, calamite e molto altro ancora.
Tuttavia non è finita qui, la versatilità di questo mondo ha come unico limite la fantasia. Si, perché dopo cottura è possibile rifinire i propri oggetti ad esempio con una vernice lucida. I creativi appassionati di questo settore consigliano le più svariate e bizzarre soluzioni come lo smalto per unghie o lo spray lucidante per disegni. Tuttavia, a mio avviso, questi prodotti non sono adatti per le paste polimeriche poiché con il passare del tempo l’oggetto rischia di diventare appiccicoso. Il mio consiglio è quindi di usare le vernici ad acqua proposte dalle case produttrici di paste polimeriche.
Attrezzatura per Lavorare Pasta Polimerica
Le nostre mani sono lo strumento in assoluto più importante per la lavorazione delle paste polimeriche, proprio per questo devono essere sempre ben pulite ad ogni cambio di colore, altrimenti rischiamo di lasciare antiestetici segni, in particolar modo sulle paste di colore chiaro. Inoltre, cosa strana ma vera, devono essere sempre ben idratate per far in modo che la pasta scivoli meglio e risulti più facile da modellare. In aiuto delle nostre mani vengono gli strumenti “artificiali” utili alla lavorazione delle paste modellabili che andiamo a conoscere in questo articolo.
Qualunque soggetto voi vogliate creare vi serviranno dei mattarelli acrilici (detti anche roller) oppure una macchina per la pasta. Questi utili strumenti servono sia per facilitare la lavorazione che per dare uno spessore ben preciso al foglio di pasta che ci servirà per creare, ad esempio, una fetta di torta o un biscotto.
Non meno importanti sono gli attrezzi per tagliare la pasta come i cutter prodotti da Staedtler in una comoda confezione da 3 lame: una flessibile per tagli circolari, una rigida per i tagli di precisione e una seghettata per quelli d’effetto. Oltre a questi cutter potete usare anche dei semplici taglierini per carta o dei vecchi coltelli da cucina, a patto che la lama sia liscia. Per le rifiniture sono utilissimi i cutter a penna con lama girevole; hanno un’impugnatura comoda e permettono di curare al meglio i particolari.
Per texturizzare la pasta si usano gli strumenti più disparati e a volte impensabili. Se vogliamo ad esempio dare l’effetto mollica ad un pezzo di pane possiamo farlo con un semplice spillo da sarta o un punteruolo.
Per modellare o applicare minuscoli pezzetti di pasta è ottimo l’utilizzo dei dotter o ball tool, solitamente usati per il cake design o nella tecnica della nail art. Si presentano come bastoncini con una punta a forma di pallino di varie misure. Per esperienza consiglio sempre di utilizzare dotter con punta in metallo; se preferite quelli in plastica puliteli con acqua e sapone dopo ogni utilizzo.
Sempre in tema di texture sono utili spazzolini da denti, carta stagnola, stuzzicadenti e carta abrasiva. Come notate sono tutti strumenti di uso comune e facili da trovare.
Per quanto riguarda le sfumature e gli effetti finali sono importantissimi i pennelli che devono essere divisi per utilizzo. Per esempio vi consiglio di non utilizzare mai il pennello con cui applicate la vernice lucida per fare le sfumature; qualche setola col tempo potrebbe indurirsi e rischiate di dare un brutto effetto sfumato all’oggetto creato. Vi consiglio sempre inoltre di sgrassare il pennello per la vernice subito dopo il suo utilizzo; una volta indurito sarà difficile far ritornare le setole morbide, con il rischio di spezzarle. Va quindi pulito con del solvente e lavato con acqua tiepida e sapone. Per mia personale esperienza vi posso assicurare che i migliori pennelli in commercio sono quelli di Stamperia, nota marca che propone utensili e prodotti per la lavorazione di paste polimeriche, carta e stoffa. Un’altra casa produttrice di pennelli molto valida è Da Vinci che offre un assortimento di pennelli denominati Fit For School and Hobby, fatti con setole sintetiche.
Uno strumento conosciuto ma poco usato è l’estrusore, che ci permette, grazie alla grande varietà di dischi con forme diverse, di creare lunghi serpenti di pasta da utilizzare nei modi più svariati.
Per ultimi, ma non meno importanti, ci sono i tagliapasta in metallo. Anch’essi servono per dare forme perfette ai nostri oggetti, utilissimi quando andiamo a creare oggetti in serie.
A volte però ci servono delle forme davvero piccole e quindi i normali tagliapasta da cucina risultano troppo grandi. Proprio per questo Kemper ha ideato degli stampini in metallo ad espulsione di dimensioni ridotte e di varie forme.
Di certo ne esistono infinite possibilità, è fondamentale ricordare che tanti oggetti che utilizziamo tutti i giorni possono trasformarsi in attrezzatura per le paste modellabili ed ogni artista che si rispetti troverà sempre uno strumento nuovo e particolare per lavorare la pasta.