Se i trenini elettrici sono sempre stati il sogno dei bambini e il giocattolo preferito dei papà, il plastico su cui inserire il tracciato suscita le stesse reazioni. Un trenino elettrico senza un plastico adeguato fa la stessa figura di una fiammante Ferrari nel garage di una casa di campagna, circondata unicamente da strade sconnesse e fangose.
Una volta per costruire un plastico di discrete dimensioni era necessario servirsi di tanta pazienza, saper fare la cartapesta e soprattutto saperla lavorare. Un lavoro lungo, sporco, difficile, che sicuramente vi avrebbe fatti maledire dalla donna di casa, alle prese l’indomani con la pulizia di un pavimento rovinato. Oggi la scienza viene incontro al bricoleur che ha bisogno di costruire un degno scenario per il trenino elettrico del figlio. La scienza si chiama, in questo caso, polistirolo espanso.
È un materiale di plastica, dall’aspetto spugnoso, leggerissimo, in genere bianco, che viene comunemente usato per imballare radio, televisori e altri strumenti delicati. In tal caso viene fuso in forme prefissate, che si adattano cioè come un guanto all’articolo da proteggere. Questo materiale è facilmente reperibile, in blocchi o in fogli, nei negozi di modellismo o di articoli di plastica. Costa poco e, per il tipo di lavoro che vi accingete a fare, è l’ideale. Sta a voi decidere lo spessore che volete impiegare, tenendo conto del fatto che la costruzione di una montagna, per esempio, è realizzata con più strati, tagliati sempre più piccoli.
Se il plastico è grande anche un foglio di 2 cm (quindi con « scalini » più vistosi fra uno strato e l’altro) va bene. Se è piccolo, invece, vi consigliamo l’uso di polistirolo espanso dello spessore di 1 cm. Attenzione, però: è leggero, ma non crediate che si tratti di gommapiuma. Non lo è: non è elastico, quindi è fragile, nel senso che piegandolo lo spezzate. Va trattato con estrema delicatezza.
Deciso quanto sarà grande il plastico, occorre una piattaforma di base, che sarà una tavola di truciolare. In base alla pianti-na che avrete disegnato (mai affrontare la
costruzione di un plastico senza precise idee sul suo assetto definitivo) praticare un foro per il passaggio del contatti elettrici (i fili correranno poi sotto la tavola, dentro una scanalatura che avrete la pazienza di fare). Ricoprite quindi la base del plastico con un foglio di polistirolo molto sottile: l’ideale è il tipo da 5 mm, ma ripetiamo qui l’avvertimento di trattarlo con la massima delicatezza a causa della sua fragilità. Probabilmente non troverete un foglio di polistirolo delle dimensioni richieste: affiancherete quindi più di un foglio di dimensioni minori; cercare, se possibile, di fare le giunte dove la superficie del plastico sarà coperta da montagne, strade, case, alberi o binari. Si dovrà usare una delle colle speciali adatte alla plastica. Con una matita o un pennarello segnare i punti del tracciato ferroviario, in modo da non coprirli poi con una montagna o una casa. Si tratta ora di costruire le asperità del terreno. Per fare una montagna occorre, dicevamo, tagliare vari strati di polistirolo espanso e incollarli l’uno sopra l’altro. La tecnica per tagliare questo materiale è molto semplice. Occorre una lama affilatissima (ideale un taglierino per tappeti), facendo bene attenzione ad effettuare l’operazione appoggiandosi ad una base che non patisca accidentali intagli. Oppure, ci si può servire di un seghetto caldo, vale a dire di un seghetto che, al posto della lama dentata, ha una resistenza elettrica. Il calore, a contatto con la plastica, la fonde: è come tagliare burro con una lama calda. Tagliato il primo strato della montagna, lo si appoggi sulla base, segnando bene con matita o pennarello, sulla base stessa, la sua posizione. Poi, sullo strato di polistirolo, segnare il tracciato (per tutta la sua lunghezza, e per la larghezza voluta) della galleria con l’eventuale curva.
Riprendere il polistirolo e tagliare la fascia del percorso di galleria. Vi rimarranno in mano le due parti laterali della montagna che spalmerete di colla e poggerete sulla base già ricoperta di polistirolo, facendo bene attenzione a fare coincidere i bordi esterni di queste due parti mozze con quelli precedentemente segnati. Si affronta ora il secondo strato della montagna. Sarà più stretto del primo: di quanto dipenderà esclusivamente dai pendii che si vogliono dare alla montagna. Una riduzione minima significa un dirupo, una riduzione maggiore si tradurrà, a operazione completata, in un dolce pendio. Anche in questa seconda fase, ritagliate, dopo avere fatto i segni necessari, una parte del polistirolo per la larghezza corrispondente alla galleria; quindi incollare. È chiaro che se sotto quella particolare montagna il treno non passa non bisogna lasciare lo spazio per la galleria, ma si applicano direttamente gli strati decrescenti uno sopra l’altro. Giunti all’altezza della galleria, si prosegue senza più effettuare l’intaglio. Proseguire fino a quando si sarà raggiunta la vetta del colle. Risulterà tutto a scalini, ed è un problema da risolvere. Si possono smussare i gradini stessi facendo uso di una lama o del seghetto caldo, ma il risultato, in genere, non è molto soddisfacente. Soluzione molto più brillante consiste nello spalmare abbondantemente colla in tutte le anse dei gradini, ricoprendole abbondantemente di polistirolo che avrete sminuzzato finemente con le dita valendovi dei ritagli e degli avanzi, o che avrete acquistato già sotto forma di minuscole palline. Il sovrappiù sarà eliminato, ad adesione avvenuta, scuotendo il plastico. Lungo quella che sarà la via ferrata incollare altro materiale dello stesso tipo, che spruzzerete quindi con una bomboletta di vernice grigia, per ottenere l’effetto del brecciame di pietra su cui poggiano abitualmente i binari dei treni veri, e di cui sono ricoperte le scarpate delle vie ferrate. Fissare quindi i binari, servendosi degli appositi chiodini (devono « agganciarsi » alla base di truciolare), inserendoli nei fori delle traversine, e i fili.
Due avvertenze: i binari devono essere fissati in galleria quando questa è ancora senza tetto », vale a dire quando la costruzione della montagna non è ancora ultimata; ci si assicuri che i binari poggino bene, eventualmente eliminando parte del brecciame che avete appena sistemato lungo la via ferrata. A questo punto si possono costruire case (blocchetti di polistirolo, adeguatamente dipinti), strade (nastri grigi di vernice), alberi (di plastica, li trovate già fatti in sacchetti). Quindi ponticelli (polistirolo anche qui) e tutti gli accessori della linea ferrata. L’erba costituisce il tocco finale: si può acquistarla in sacchetti e gettarla alla rinfusa su zone ricoperte di adesivo. Una nota: sta bene anche se tocca le traversine dei binari, o fra il brecciame. In questo caso, però, si deve spargerla a vernice bagnata, usando cioè la vernice grigia del brecciame come adesivo.
Uno dei maggiori problemi del plastico per il trenino, quando non è usato, consiste nel riporlo da qualche parte. Se non disponete di un solaio o di una stanza per i giochi, il miglior sistema consiste in quattro anelli fissati alle quattro estremità, a cui si fissa una fune che scorre in altrettanti anelli inseriti nel soffitto: a gioco finito, si copre il plastico con del politene e lo si appende.